lunedì 24 aprile 2006

Redazione


24/4/06

Scommettere sul futuro delle Istituzioni Educative non è un affare sicuro, non lo è mai stato e tanto meno lo è oggi. La revisione della Parte IIa della Costituzione che affida alle Regioni potestà esclusiva sull’organizzazione scolastica, sulla gestione degli Istituti Scolastici e sulla formazione è solo l’ultimo dei provvedimenti legislativi (in attesa del referendum confermativo) che mettono fine alla relazione “diretta” che i nostri Istituti avevano con il Ministero. In precedenza dopo essere stati inclusi nell’Autonomia delle Istituzioni scolastiche non lo siamo stati nel Regolamento d’attuazione della stessa, eppure abbiamo passato momenti peggiori, pensiamo per esempio a quel collegato ad una legge finanziaria che sopprimeva i Convitti e gli Educandati. Pur non condividendo del tutto l’impianto e le finalità del progetto “Scuola, Arte e Sport” , devo ammettere che quella iniziativa produsse la prima reazione all’oblio nel quale molti dei nostri Istituti versavano. L’aspetto rilevante del progetto era proprio quello di trovare dei motivi di relazione tra le diverse realtà sparse sul territorio nazionale. Da allora è passato un secolo per la scuola italiana, sia dal punto di vista temporale che da quello politico ed economico, eppure molte delle nostre strutture resistono al “nuovo che avanza” (i colleghi di Cividale capiranno la citazione), come se l’autonomia e la riforma non fossero altro che dei passeggeri temporali estivi. Qualche collega mi ha detto che i Convitti sono rimasti uguali dall’unità d’Italia in poi e che sopravviveranno anche al decentramento e all’autonomia. Forse, ma anche la Fiat fa automobili da più di un secolo, ma non gli stessi modelli e non nello stesso modo! Diversi Convitti sono stati chiusi e alcuni sono a rischio di chiusura, “banalmente” perchè non hanno gli allievi! Altri che hanno rischiato la soppressione sono rinati e come a Napoli rispondono ottimamente alle esigenze del territorio. I motivi di conoscenza, relazione e condivisione, rappresentano oggi alcuni degli indirizzi strategici dell’associazione, questo è lo spazio dove i dirigenti, gli educatori, gli insegnanti e quanti lavorano nei nostri Istituti condividono le proprie idee, le adesioni, le critiche, uno spazio che ci consentirà, ogni volta che ci incontreremo in qualche Convitto o in qualche Educandato, di continuare da dove abbiamo interrotto e non da capo. Scommettere sul futuro delle Istituzioni Educative? Alcuni di noi lo stanno facendo...e voi? Roberto Cazzanti Coordinatore dell’Educandato “Uccellis” di Udine